Abitare le distanze nella responsabilità post covid-19

Il numero di aprile di “Sulle Orme di Francesco” ci hanno permesso di mettere in evidenza i cambiamenti imposti alla nostra vita  dall’emergenza sanitaria causata dal Covid-19,
Oltre al dolore per chi si è ammalato ed è morto, la quarantena è stata l’occasione per imparare a vivere la famiglia in un modo nuovo – e a molti sconosciuto – sia nella relazione di coppia, sia in quella con i genitori e i fratelli.
Abbiamo imparato a condividere le gioie, le sofferenze e le preoccupazioni dei familiari conviventi di cui, probabilmente, prima della quarantena, non riuscivamo a coglierne la pienezza, perché presi da ritmi di vita frenetici e devianti: quanta perdita di tempo e discussioni per cose inutili e superflue!
La quarantena ci sta imponendo da oltre 40 giorni una vita claustrale a cui non eravamo abituati che a lungo termine crea delle sofferenze, in molti casi accentuate anche dall’impossibilità di lavorare: ansia, stress, panico e depressione, specialmente nei soggetti più deboli, in particolare i nostri anziani che già vivono una vita relazionale molto limitata.
Lo sperimentare in questi giorni un nuovo stile di vita, imposto dai vari decreti, in molte famiglie ha fatto emergere o ha accentuato dei conflitti che dobbiamo già ora pensare a come affrontare.
Siamo preparati?
Come francescani secolari e cristiani siamo chiamati a una nuova azione missionaria che va oltre l’emergenza sanitaria ed economica, quella psicologica, affettiva e relazionale, proprio come ci spiega fr. Gianfranco Pasquariello che ci invita a sperimentare il grembo materno, per imparare ad accoglierci e ad accogliere, eliminando gli ostacoli, attraverso un percorso spirituale e psicologico.
Percorso psicologico che qualcuno inizia a sussurrare anche sui media, perché ci sarà questa nuova emergenza legata alle nuove forme di povertà che noi non potremo far finta di non vedere, perché, passato il Covid-19, ci troveremo a vivere in un mondo nuovo che non sarà più quello di due, tre o sei mesi fa.
Il Covid-19, in tutta la sua drammaticità, ha messo a nudo tutte le nostre debolezze basate sul nostro vivere fatto di apparenza, di isolamento perché le nostre relazioni erano troppo spesso delegate all’uso delle nuove forme comunicative, mettendo in secondo piano il calore della relazione umana.
Come francescani e cristiani siamo chiamati a cogliere l’opportunità che questa emergenza sanitaria ci offre, cioè quella di costruire un mondo nuovo, migliore, un mondo costruito sulla solidarietà e sulla fraternità e non possiamo disertare questo impegno.
Abbiamo l’obbligo di pensare a come realizzare questa nuova missione, ponendo particolare attenzione verso gli ultimi, soprattutto coloro che sono colpiti dalle nuove forme di povertà.

Fraternamente uniti nella preghiera
Vincenzo Vaia
Ofs Grumo Nevano-Frattamaggiore

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