Signore, tu mi scruti e mi conosci (Sal 139)

Signore, Tu mi scruti e mi conosci… La Tua conoscenza veglia sulla mia vita e quando io mi allontano da Te, ti trovo dappertutto…
La Tua mano protettrice non mi lascia mai e così posso sentirmi Tuo figlio, anche quando sono nella tenebra…
Sei Tu Signore che mi hai creato, hai creato le mie viscere e con la Tua mano, non solo mi circondi, mi proteggi, ma plasmi la mia vita..
Mano che mi ha intessuto nel grembo di mia madre…
Dio mi ha fatto come un prodigio e per me diventa certezza; so che per Dio manco di alcuna qualità…
È Lui che mi ha pensato e amato, custodendomi con la Sua mano…
Signore, Tu mi scruti e mi conosci…
Chi altri può comprendere il mio cuore?…

E allora più prego, più Ti conosco, più entro in comunione con Te…
Tanto realmente cresce in noi la consapevolezza di essere testimoni dei beni futuri, l’impegno di avere la purezza del cuore come fine ultimo della vocazione, il donarsi liberamente all’amore di Dio e dei fratelli.
Tre tasselli, questi della Regola Ofs al art. 12 che devono diventare sostegno del nostro essere e del nostro fare. Di non facile attuazione, visto che tutti e tre questi piccoli passaggi evidenziano Dio come centro di tutto e che non danno spazio per l’Io, anzi niente.
Ma il francescano secolare, appunto, deve ricordare e vivere la propria Chiamata-Vocazione-Servizio.
Siamo chiamati a testimoniare i beni futuri, a dire con le nostre opere e con le nostre parole che quello che oggi non si vede è proprio quello che conta… i valori umani e cristiani.
Facciamo bene attenzione che “Servire Dio in letizia e in purezza di cuore”, non significa mettere in secondo piano le cose terrene per privilegiare e ricercare le cose di Dio, ma per adorarlo e vederlo, vivo e vero, nelle azioni e nelle parole, nella vita e nelle situazioni di ogni giorno.
Non un mettere da parte le realtà e le cose di ogni giorno, come la famiglia, il lavoro, il dovere sociale, politico, le amicizie, assolutamente importanti, ma mettere al centro il Signore e rendere sacre, a Dio, le azioni fatte in famiglia, al lavoro, nella società, con gli amici, nella fraternità, nella vita politica, nella parrocchia …

Art. 12 (CCGG Cap II)
Ispirandosi all’esempio e agli scritti di Francesco, e soprattutto con la grazia dello Spirito, i fratelli vivano ogni giorno con fede il grande dono che ci ha fatto Cristo: la rivelazione del Padre. Rendano testimonianza di questa fede davanti agli uomini:
– nella vita di famiglia;
– nel lavoro;
– nella gioia e nelle sofferenze;
– nell’incontro con gli uomini, tutti fratelli nello stesso Padre;
– nella presenza e partecipazione alla vita sociale;
– nel rapporto fraterno con tutte le creature.

Credo che dobbiamo comprendere e vivere sempre meglio il significato sapienziale del “Passare dalla vita al Vangelo e dal Vangelo alla vita

fr. Giambattista Buonamano
Assistente regionale Ofs

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