Vie di Santità coniugale e familiare: radici, gratuità, accoglienza, perdono.

Sabato 18 maggio 2019, alle ore 16.30, nel salone del Pellegrino, del Santuario di Materdomini – Nocera Superiore (SA) si è tenuto, alla presenza di tutte le Fraternità OFS della DIOCESI Nocera – Sarno e Cava dei Tirreni, il Convegno “Vie di Santità coniugale e familiare: radici, gratuità, accoglienza, perdono“.
Dopo i saluti di P. Valerio Molinaro – OFM e Padre Guardiano del Convento di Materdomini -, di P. Pietro Isacco – OFM e Assistente regionale OFS della Campania -, della Consigliera regionale OFS Angela Di Lauro, referente Diocesana, e di Giuseppe Palmisciano – Delegato alla Cultura della Curia Nocera – Sarno -, il moderatore, prof. Antonio Caiazza, ministro della Fraternità di Sarno, ha presentato i relatori intervenuti.
Antonio Salzano, presidente dell’Associazione “Giorgio La Pira“, che ha presentato il tema delle RADICI, Antonio Formica, esponente di Comunione e Liberazione, che ha relazionato sul tema della GRATUITA’, Suor Giusy De Vita, suora alcantarina che è intervenuta sul tema dell’ACCOGLIENZA e P. Emanuele Bochicchio – OFM – che ha presentato il tema del PERDONO familiare.
Alla luce degli ultimi documenti della Chiesa, ogni intervento ha posto domande e sciolto dubbi sul senso dell’Amore coniugale e familiare, sulla condivisione delle responsabilità nelle relazioni, sulla reciprocità di azione nelle nostre comunità, attraversate spesso da una profonda crisi etica e sociale.
L’art.29 della Costituzione Italiana, a cui contribuì nella ristesura Giorgio La Pira, riconosce alla famiglia, fondata sul matrimonio, un ruolo portante dell’impalcatura sociale, essa è una “scuola di umanità”, è il
primo luogo dove s’impara ad accogliere e rispettare l’altro, “Dio ha affidato alla famiglia il progetto di rendere “domestico” il mondo, affinché tutti giungano a sentire ogni essere umano come un fratello” (Papa Francesco Amoris laetitia, 183)
La famiglia rappresenta la cellula primordiale per la trasmissione della Fede, essa fa sì che il Vangelo s’incarni nel mondo. Dall’assenza di certezze, condivisioni, eccessivo individualismo, ad un’errata concezione di indipendenza e libertà: i cristiani da dove ripartono?
Dalla bellezza, da occhi capaci di saperla vedere e riconoscere, scegliere poiché da questo incontro, la Grazia di Dio che fa tutte le cose e chiama ognuno di noi ad una vita di Amore (1 Gv. 4 ,8), inscrive nell’umanità dell’uomo e della donna la vocazione, la capacità e la responsabilità dell’amore e della comunione (cfr. “Gaudium et Spes”,12).
La famiglia rappresenta ancora la palestra della gratuità, che richiede libertà, coscienza della nostra appartenenza all’Infinito, al Mistero. Quindi bisogna evitare la pretesa che l’altro sia diverso dalla sua vera inclinazione o che diventi se stesso secondo l’ideale che la nostra coscienza ha del rapporto con DIO, ma avere lo stesso desiderio di camminare insieme verso l’identico Destino, CRISTO.
Non c’è gratuità autentica, se non si vive con gratitudine la carità con cui Cristo ha toccato la nostra vita attraverso l’esempio di altri o l’incontro con una compagnia (Comunità, Fraternità) che abbiamo incontrata, senza fedeltà alla Chiesa, sarebbe falsa la nostra carità, non farebbe storia ,cioè non collaborerebbe veramente come dovrebbe al regno di Dio, alla costruzione del Suo regno.
Quindi ad ogni famiglia il compito di accogliere la preferenza del MISTERO, collaborare all’opera del Padre nel mondo per vincere l’estraneità, la distanza con la forza della presenza, con la cura quotidiana dell’accoglienza, della condivisione e del perdono guardandosi negli occhi e sostenendosi nel bisogno di aiuto nelle cadute, perché il perdono rappresenta una medicina per il corpo e l’anima di ogni uomo che si sente figlio di Dio, quindi più che angelo, ma parte del mistero della persona di Cristo, quindi come diceva Don Giussani: “le famiglie cristiane devono essere più ‘fluorescenti’, la loro testimonianza deve essere modello per tutte le altre sparse sulla terra“.

Grazia Celentano

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