Ritiro OFS Napoli Centro Nord

Nella splendida cornice della chiesa di S. Lorenzo Maggiore a Napoli si è svolto, domenica 7 aprile l’incontro delle Fraternità OFS, zona Napoli centro nord.
ABITARE LE DISTANZE…. NELLA POVERTA’, questo il tema scelto per le fraternità, radunatesi per vivere insieme un momento formativo, un’agape ed una visita alla chiesa sotterrata, al chiostro e alla biblioteca.
Abbiamo iniziato partecipando alla santa messa, presieduta da p. Gianbattista Buonamano che, nella sua omelia sul vangelo dell’adultera, ha ricordato a tutti noi il pericolo di essere praticanti sì, ma non credenti.
Al termine della celebrazione eucaristica, ci siamo spostati nella sala CAPITOLARE SISTO V dove, padre Arcadio Sicar, missionario francescano in Ghana per oltre venti anni ed operante attualmente nel rione Sanità assieme a p. Alex Zanotelli, ha introdotto il tema della giornata.
Il Ghana possiede uno dei maggiori tesori naturali dell’Africa Occidentale. Ecosistemi variegati hanno dato vita ad una splendida biodiversità: foreste, paludi e paesaggi fluviali che sono il rifugio di piante e animali tra i più rari dell’Africa. Sfortunatamente, i suoi tesori non si trovano solo tra il cielo e la terra ma anche nel sottosuolo tra oro, bauxite ed altro ed hanno attirato diverse aziende straniere.
P. Arcadio ha ricordato il suo arrivo nel paese africano dal Trentino. Ciò che lo colpì, fin dall’inizio, fu la presenza di grandi foreste, ricche di tanta vegetazione e fauna; tutto cresceva senza il contributo dell’uomo, gli abitanti dei villaggi attingevano dall’ambiente circostante quanto occorreva per la loro vita quotidiana, cibo, legname ….. era quello che noi oggi definiamo CIBO BIOLOGICO A KM ZERO: in pratica, usavano le risorse che la natura stessa metteva loro a disposizione e ciò permetteva nuove fasi di vegetazione, nuova crescite, quindi, si creava uno scambio tra l’uomo e la terra.
La foresta insegnava, ed insegna a noi, a non accumulare!
Quando poi si è deciso di coltivare altri prodotti come cacao, tabacco, caffè, è stato necessario eliminare parte della foresta per fare spazio alle nuove coltivazioni; inoltre, l’attrattiva di facili guadagni, anche a breve termine, e col minor sforzo, lo spostarsi dal villaggio alla zona più popolosa dove vendere, hanno determinato una deforestazione da un lato e, dall’altro, un abbandono delle terre con una drammatica conseguenza: i frutti crescevano ma marcivano perché non c’era più nessuno che li raccogliesse!
Sono state percorse nuove strade per migliorare la vita, facendo nascere anche nuove esigenze; sono state cercate soluzioni non sempre costruttive, distruggendo ciò che Dio aveva già messo a disposizione. Per qualcuno, poi, la povertà finisce per essere una buona risorsa e… da alimentare!!
Il paragone con le povertà materiali e spirituali, che l’uomo moderno vive, è arrivato di conseguenza: Dio ha messo a disposizione un mondo ricco di ogni bene, dove ogni essere umano può e deve attingere, Dio ha reso ciascuno di noi un giardino ricco di ogni bene: capacità, talenti, sentimenti, energie…ma noi possiamo trasformare tutto in un deserto, per il nostro egoismo, per la sete di potere e di denaro, alimentando le nostre e le altrui povertà. Rischiamo di perdere le nostre ricchezze, i nostri talenti, lasciamo marcire i doni che Lui ci ha messo a disposizione, in nome di idoli che abbagliano solo per un momento.

Dio desidera abitare le distanze, le nostre povertà, le differenze, perché vuole farle germogliare, vuole far fruttificare quello spazio e quel tempo che c’è tra me e te, tra noi e Lui.

Permettiamo, allora, al Signore di trasformarci in giardini fioriti e fruttuosi col nostro impegno comune e concreto, perché nessun figlio di Dio possa scoprirsi povero e vivere da tale, ma essere fonte di vita per sé e per gli altri.
La giornata comunitaria è terminata con una visita ai sotterranei della chiesa, al chiostro e alla biblioteca.

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